La distruzione del padre: Louise Bourgeois

http://www.theguardian.com/artanddesign/2010/jun/01/louise-bourgeois-dies-new-york-98 (Photograph: Christopher Felver/Corbis)
http://www.theguardian.com/artanddesign/2010/jun/01/louise-bourgeois-dies-new-york-98 (Photograph: Christopher Felver/Corbis)

Louise Bourgeois, nacque il giorno più allegro dell’anno, il 25 dicembre del 1911, peccato non sia stata altrettanto felice la sua infanzia.

Nata a Parigi, ella era figlia di restauratori di arazzi e nonostante la sua iniziale predisposizione verso lo studio della matematica, decise, alla fine, di abbandonarla per seguire la vocazione che le scorreva nelle vene, l’arte.

La sua fu un’infanzia difficile, traumatica, dovuta soprattutto alla presenza di un padre tanto amato e tanto odiato, che probabilmente non ebbe mai intenzione di crescere le figlie, che decise di sgretolare la famiglia per frequentare la tata che avevano assunto, un padre che si tramutò in trauma nella mente di Louise, un trauma che lei concretizzò in arte. Non serviva la terapia, con l’arte poteva curare se stessa, concretizzare i suoi demoni e banalizzarli per poterli vincere.

«Non è un’immagine che cerco. Non è un’idea. É un’emozione che voglio ricreare, l’emozione di volere, di dare. di distruggere».

L’iniziale vicinanza alla pittura non le bastava, le immagini bidimensionali non davano quella realtà, quella concretezza che cercava, Louise Bourgeois voleva creare. Intorno agli anni ’50 prese il via la sua carriera nella scultura. Nella sua prima mostra personale realizzò diciassette sculture in legno rappresentanti i suoi cari che aveva lasciato in Francia – si trasferì da giovane negli Stati Uniti – e le dispose une vicine alle altre, quasi stessero parlando tra loro.

Al legno si susseguono altri materiali, lavora con tutto: legno. ferro, gesso, cemento, caucciù, marmo, ceramica, bronzo.

the-cells-at-guggenheim-museum-bilbao Pasaje Peligroso (Passage Dangereux), 1997. Foto: Maximilian Geuter © The Easton Foundation / VEGAP, Madrid
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Pasaje Peligroso (Passage Dangereux), 1997. Foto: Maximilian Geuter © The Easton Foundation / VEGAP, Madrid

Nel 1974 nasce “La distruzione del padre”, si inaugura il filone dell’arte della vendetta, secondo Louise l’arte è vedetta, lei da vittima passiva diviene attrice attiva, così tramite l’arte, Louise Bourgeois diventa una nuova Artemisia Gentileschi contemporanea, realizzando quest’opera cruenta usando pezzi di carne macellata che immerge nel gesso per raffigurare una sorta di banchetto umano.

Il filo conduttore di tutta la sua arte fu l’interiorità, la famiglia, il suo vissuto personale, Louise Bourgeois parlò al pubblico sempre in termini visuali, si esprime e rivela alle persone tramite l’impatto visivo della sua arte, fa svelare qualcosa di se tramite le sue sculture.

Fulcro della sua arte fu anche sua madre, che seguì e curò fino alla morte, è così nacquero Femme Maison una scultura rappresentata da metà corpo di donna e metà casa; Spiders, serie di giganteschi ragni collocati in diverse città, un simbolo che l’artista ricollegò proprio a sua madre, che nonostante il tradimento del marito, si rinchiudeva in casa, nel luogo sicuro, come un ragno che si infila in un angolo, un ragno che cerca di fare e rifare la sua tela, sua madre che nonostante le difficoltà, cercò sempre di tenere unita la famiglia.

“Why the spider? Because
my best friend was my mother and she
was deliberate, clever, patient, soothing,

reasonable, dainty, subtle, indispensable,
neat, and as useful as a spider.”

Spider - Statua presente nel Centro George Pompidou https://www.centrepompidou.fr/
Spider – Statua presente nel Centro George Pompidou
https://www.centrepompidou.fr/

In Cells troviamo ambienti chiusi da reti di ferro, sinonimo di ansia e panico; in Arch of Hysteria un corpo di uomo senza testa e braccia si inarca in una posizione che comunica tutta la sofferenza del mondo, un’analisi che si riconduce all’isteria, condizione associata soprattutto al mondo femminile ma che nella contemporaneità riguarda tutti, anche gli uomini.

Nel parco delle sculture di Origgio a Varese, possiamo trovare una sua opera, donata dall’artista alla città: the couple (2003) scultura di grandi dimensioni raffigurante uno stranissimo, quasi viscerale abbraccio tra due figure antropomorfe sospese ad un albero.bourgeois-the-couple-2003-parco-di-oreggio-varese

Morì solo pochi anni fa a seguito di un attacco cardiaco, nel 2010 all’età di 98 anni nella sua casa di New York, una ventata di novità nell’arte, opere difficili da comprendere se non si conosce prima la vita dell’artista, uno sguardo all’interiorità quanto mai più concreto, Louise Bourgeois insegna ancora oggi, con le sue opere, che l’arte è tra le terapie e le forme di comunicazioni migliori che possano esistere al mondo, provare per credere.

“Art is a guarantee of sanity.”

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